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Fiaccolata per ricordare Sergio Ercolano
Manifestazione organizzata fuori la curva B, per Maradona le sanzioni sono giuste

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27 Settembre 2003 -- I veri tifosi del Napoli vogliono esprimere il loro dissenso agli episodi di Avellino e ricordare il giovane Sergio Ercolano vittima dell’inciviltà e della violenza.

Per questa ragione diversi gruppi della tifoseria partenopea hanno deciso di organizzare per questa sera una fiaccolata all’esterno dello Stadio San Paolo. La manifestazione avrà inizio alle ore alle ore 19 con il raduno dei partecipanti per prendere poi vita alle ore 20,30 in corrispondenza dell’inizio del match di Campobasso nonché della gara di Avellino, segnata da tanto tragici eventi.

I responsabili della manifestazione ci tengono a chiarire la loro opinioni a nome dei club e delle organizzazioni che rappresentano. “La fiaccolata vuole essere un momento di riflessione per tutti quanti, per noi tifosi, per il mondo del calcio, per le istituzioni. Quanto accaduto a Sergio deve essere di monito affinché fatti del genere non si ripetano mai più. Non bastano le punizioni esemplari, c’è il rischio che, tra un pò, quando tutti si saranno dimenticati quello che è successo, si ripeta una nuova tragedia. A tutti vogliamo anche dire che i veri tifosi non sono violenti”

Anche Maurizio Ercolano, padre di Sergio, ha voluto lanciato un appello scrivendo una lettera aperta al Capo dello Stato. “Affinché la morte di Sergio rafforzi l'impegno per porre fine all'inaudita violenza negli stadi e così evitare che altre famiglie piangano un loro caro a causa di una partita di calcio”.

Tra le varie voci autorevoli intervenute sull’accaduto, hanno trovato risalto anche le dichiarazioni di Diego Armando Maratona che ha affermato di ritenere giusti i provvedimenti adottati nei confronti della società partenopea. “La decisione di far disputare queste gare a porte chiuse e le cinque giornate di squalifica non è una sanzione troppo pesante visto che un giovane tifoso è morto.” L’idolo partenopeo ha poi aggiunto “ Non è colpa del calcio ma del mondo. Non si può parlare di una Italia violenta, è così in Brasile, in Argentina, ovunque.”